Nomofobia Padova
Nomofobia Padova – etimologia
Nomofobia Padova – Il Fatto Quotidiano nel corso del 2015 ha effettuato un’inchiesta nella quale è stato chiesto ad un gruppo di persone di diversa età che possedevano un telefonino se sarebbero riuscite a stare senza il loro smartphone per un lungo periodo, la riposta unanime fu questa:
Senza smartphone non riuscirei a vivere!
Definizione di nomofobia – sindrome da disconnessione
Nomofobia deriva dal prefisso anglosassone No-Mobile e dal suffisso fobia e specificatamente si riferisce alla paura di rimanere fuori dal contatto di rete mobile; un esempio potrebbe esser quando vi recate al di fuori del normale raggio d’azione della vostra compagnia telefonica e vi chiedete, chissà se la copertura internet ci sarà? Se ci sarà sarà un 3g o un 4g oppure Lte?!
La smartphone dipendenza è una cosa seria
Dipendenza da smartphone – un breve test
Per capire quanto sia seria ed effettiva la vostra dipendenza dal cellulare vi propongo due semplici domande.
- Allontanandovi da casa avete mai provato una sensazione di Panico accorgendovi di non avere con voi lo smartphone?
- Non riuscite a non controllare lo schermo del vostro smartphone per almeno 10 minuti oltre ai quali sentite l’impulso di andare guardare lo schermo oppure, senza rendervene conto, eseguite l’azione in automatico?
Se la risposta a queste semplici domande è SI probabilmente siete entrati in un circolo vizioso che vi poterà alla Nomofobia.
Nomofobia – Il circolo vizioso
Gli smartphone hanno diverse applicazioni cosiddette “app” che sono costruite ad hoc per soddisfare dei requisiti specifici di utilità per l’utente, ma non solo, infatti più una “app” risulta essere immersiva (in pratica più tempo trascorrete in quella applicazione) più svolge egregiamente il mestiere per cui è stata costruita. Pensate che anche le pagine internet, come questa vengono valutate da Google come serie ed affidabili a seconda del principio della frequenza di rimbalzo:
Se ricercate una pagina su u un motore di ricerca e cliccate sul link della pagina trovata, più tempo vi rimanete, più quel contenuto risulta essere coerente con la vostra ricerca e quindi valutato come affidabile e apprezzato da google, perché, voi utenti utenti ci state trascorrendo molto tempo.
Il circolo vizioso della nomofobia è al pari del meccanismo della tossicodipendenza e consiste nella costante attenzione al telefono per timore di perdersi qualcosa e questa condizione va a rinforzare la frequenza di controllo e di contatto con lo schermo, esattamente come un tossicodipendente ha bisogno di essere a contatto con la sostanza di cui è dipendente e ne assume sempre maggiore quantità secondo il meccanismo del craving da smartphone.
Nomofobia Padova – Craving da smartphone.
Il craving da smarphone definizione:
è il desiderio impulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro oggetto-comportamento gratificante: questo desiderio impulsivo sostiene il comportamento “additivo” e la compulsione finalizzati a fruire dell’oggetto di desiderio.
Nomofobia Padova – La dipendenza da whatsapp
Se volete testare la vostra dipendenza da whatsapp ecco un semplice esempio: inviate un messaggio importante a qualcuno di voi caro tramite whatsapp, se la persona tarda a rispondervi e voi andate a vedere una prima volta lo schermo in attesa di una notifica di risposta, se questa non arriva, ricontrollate e andate a vedere se il messaggio è stato inviato e con una spunta, se l’ha ricevuto con una doppia spunta e se lo ha letto una doppia spunta colorata di blu.
Quali e quante sensazioni avete provato nel frattempo, ansia, preoccupazione angoscia, frustrazione e persino irritazione per la non risposta!
“Io non sono dipendente da whatsapp”
La risposta potrebbe essere Fatene a meno e avrete una chiara risposta: se ci riuscite non siete dipendenti da whatsapp, se invece non riuscite a farne a meno siete dipendenti da whatsapp!
Nomofobia Padova cura
Come disintossicarsi dalla dipendenza da cellulare -dipendenza smartphone
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La nomofobia: uno sguardo alle ricerche
Estratto dell’articolo tratto da www.stateofmind.it tutti i diritti riservati.
Secondo David Greenfield professore di psichiatria all’Università del Connecticut, l’attaccamento allo smartphone è molto simile a tutte le altre dipendenze in quanto causa delle interferenze nella produzione della dopamina, il neurotrasmettitore che regola il circuito celebrale della ricompensa: in altre parole, incoraggia le persone a svolgere attività che credono gli daranno piacere. Così ogni volta che vediamo apparire una notifica sul cellulare sale il livello di dopamina, perché pensiamo che ci sia in serbo per noi qualche cosa di nuovo e interessante. Il problema però è che non possiamo sapere in anticipo se accadrà davvero qualche cosa di bello, così si ha l’impulso di controllare in continuazione innescando lo stesso meccanismo che si attiva in un giocatore di azzardo (Greenfield D.N. e Davis R.A., 2002).
Secondo un sondaggio condotto nel 2008 dall’ente di ricerca britannico YouGov per conto di Post Office Telecom su un campione di 2.163 persone, dal quale successivamente è stato coniato il nome della sindrome, più di sei ragazzi su dieci tra i 18 e i 29 anni vanno a letto in compagnia del telefono e oltre la metà degli utenti di telefonia mobile (quasi il 53%) tende a manifestare stati d’ansia quando rimane a corto di batteria o di credito, o senza copertura di rete oppure senza il cellulare. La ricerca evidenzia inoltre che gli uomini tendano ad essere più ansiosi delle donne e che circa il 58% degli uomini e il 48% delle donne della popolazione soffrono di questa nuova fobia.
Nel 2009 anche in India è stata condotta una ricerca dal Dipartimento di Medicina di Comunità ed è stata riscontrata questa nuova forma di sindrome, ma con incidenza minore, circa nel 18% dei soggetti e non vi sono presentate differenze rispetto al genere (Dixit S. at all, 2010).
Secondo un altro studio americano effettuato da Morningside Recovery, un centro di riabilitazione mentale di Newport Beach, ha dimostrato che milioni di Americani, circa i 2/3 della popolazione, sono affetti da nomofobia e che molti di loro raggiungono stati elevati di agitazione incontrollata se vengono a conoscenza di non possedere il proprio cellulare.
La nomofobia sarebbe caratterizzata da “ansia, disagio, nervosismo e angoscia causati da essere fuori dal contatto con un telefono cellulare o un computer” e verrebbe utilizzata come un guscio protettivo o uno scudo e come mezzo per evitare la comunicazione sociale.
Alcuni studi sulla nomofobia – I campanelli d’allarme
Nomofobia: come riconoscersi nella sindrome
I ricercatori italiani Nicola Luigi Bragazzi e Giovanni Del Puente, studiosi dell’Università di Genova descrivono alcuni campanelli d’allarme per poter riconoscere se si sta ricadendo in questa sindrome:
- Usare regolarmente il telefono cellulare e trascorrendoci molto tempo;
- Posseder più dispositivi insieme;
- Portare sempre un caricabatterie con sé per evitare che il cellulare si scarichi;
- Sentirsi ansioso e nervoso al pensiero di perdere il proprio portatile o quando il telefono cellulare non è disponibile nelle vicinanze o non viene trovato o non può essere utilizzato a causa della mancanza di campo, perché la batteria è esaurita e/o c’è mancanza di credito, o quando si cerca di evitare per quanto possibile, i luoghi e le situazioni in cui è vietato l’uso del dispositivo (come il trasporto pubblico, ristoranti, teatri e aeroporti);
- Mantenere sempre il credito;
- Dare a familiari e amici un numero alternativo di contatto e portando sempre con sé una carta telefonica prepagata per effettuare chiamate di emergenza se il cellulare dovesse rompersi o perdersi o, ancora, se venisse rubato;
- Guardare lo schermo del telefono per vedere se sono stati ricevuti messaggi o chiamate. In questo caso si parla di un particolare disturbo che definito ringxiety, mettendo insieme la parola “squillo” in inglese e la parola ansia.
- Controllo costante del livello di batteria del dispositivo per assicurarsi che non si possa scaricare per eventuali operazioni importanti;
- Mantenere il telefono cellulare acceso sempre (24 ore al giorno);
- Dormire con cellulare o tablet a letto;
- Utilizzare lo smartphone in posti poco pertinenti.
I ricercatori raccomandano di evitare di considerare tutti i comportamenti sopracitati come patologici.
Dunque si può parlare di nomofobia quando una persona prova una paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto di rete mobile, al punto da sperimentare effetti fisici collaterali simili all’attacco di panico come mancanza di respiro, vertigini, tremori, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico, nausea.
Estratto dell’articolo tratto da www.stateofmind.it
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Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2016/01/nomofobia-dipendenza-smartphone/
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